Mandato da Dio
A SI NO CERCASI IV di Avvento
A S
La crisi di Giovanni III di Avvento
Giovanni sei tu?
E intanto il tempo se ne va
Pecore o capre? Questo è il problema!
Un antipasto …del Paradiso e….saremo Beati
Dedicazione del Duomo
Il bicchiere l’ orcio e la giara VI dom dopo il Martirio C3
Il
Apri il tuo cuore V dopo Mart. Ambr. C 3
Apri il tuo cuore
“SoStare con te” IV dopo il Martirio C festa oratorio
“Ciccio Bello” III dopo il Martirio C
I dopo il martirio
L’aveva predicato Giovanni Battista a voce alta, senza paura e magari un po’ minaccioso:
“Convertitevi perché sta per arrivare chi farà giustizia, chi taglierà, brucerà…” Questo suo
coraggio gli è costato l’arresto e il martirio e noi ambrosiani abbiamo celebrato ieri la I
domenica dopo il martirio.
Gesù saputo dell’arresto di Giovanni, si ritira dalla Giudea, diventata un po’ pericolosa,
poiché non era ancora giunta la sua ora.
Riprende però la predicazione del Battista ma nello stesso tempo la stravolge
completamente: “Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino!” e non “perché altrimenti
siete spacciati!”
II dopo il martirio
Vite o cactus?
figlio 1, figlio 2 o Figlio 3?
Al centro della parola di Dio di ieri c’è l’immagine della vigna.
Tra la vigna e il Signore, però, leggendo il profeta Isaia, si scopre che c’è un rapporto particolare,
simbolico, molto profondo di affetto. La vigna è il frutto di un amore particolare, intenso, continuo
che il Signore ha esercitato per piantare, coltivare e proteggere la sua vigna.
È chiaro che questa vigna di cui si parla, è il mondo, il popolo di Israele, la chiesa, la nostra parrocchia,
ma sei anche tu, siamo noi, perché il Signore ama e cura tutte le sue creature con un amore unico,
particolare.
In questo momento di silenzio quindi, come vigna del Signore, prova a renderti conto di tutto quanto
il Signore ha fatto per te nella tua vita, ai suoi interventi, al suo lavoro instancabile per fare in modo
che tu potessi rispondere con frutti buoni, dolci, inebrianti, proprio come la vite.
Lo stile Trinitario dell’ Amore
Programma : i mercoledì di S. Celso.
NON APRIRE L’OMBRELLO
Ieri, solennità di Pentecoste, abbiamo celebrato il dono dello Spirito, la Sua presenza misteriosa ma efficace nella storia del mondo e nella nostra vita di ogni giorno.
Lo Spirito è come il vento, non si tocca, non si vede ma se ne vedono i multiformi effetti, come ricordava san Paolo ai Corinzi.
Anche adesso, se tu sei qui è perché lo Spirito ti ha condotto qui per incontrare il Signore Gesù e per parlare con il Padre: è lui la fonte e l’origine di ogni cosa buona.
È lo stesso Spirito che, se ti lasci guidare, in questo momento ti suggerirà le parole da dire. È Lui che ci fa riconoscere Dio come Padre, è Lui che ci fa capire il segreto delle cose, della storia di Gesù e della nostra vita.
Anche se gli Atti degli Apostoli lo hanno definito come un rombo di tuono, non sempre è facile distinguere la sua voce tra le tante: come faccio a capire quando viene dallo Spirito?
Processione 31 maggio 2022
Vivere o vivacchiare, originali o fotocopie?
No, non mi riferisco al famosissimo dilemma Amletico “essere o non essere…” ma, come ogni lunedì,
alla Parola di Dio di domenica.
Il tema della nostra preghiera di oggi è proprio la Vita, ma soprattutto il senso che noi diamo a
questo bene prezioso che ci è stato donato.
La prima lettura ci ha fatto conoscere la testimonianza
di Paolo, che racconta il suo cammino spirituale che lo
ha portato ad incontrare Gesù appunto attraverso lo
scorrere del tempo, della sua vita.
La seconda lettura ci dà il fondamento della nostra
speranza: Gesù, sacerdote in eterno, per sempre che
vince la morte e che è sempre presente nel nostro
cammino di vita.