Tutte le letture di ieri ci parlano della vita e dei suoi drammi e difficoltà, la prima del popolo di Israele nel deserto, la seconda è una riflessione sulla storia e sul senso della vita e infine il vangelo ci racconta la storia del cieco nato.In tutte queste pagine ci vengono descritte situazioni di angoscia, di dolore, di sofferenza, di domande forti rivolte a Dio, a volte anche con grida e parole grosse.La preghiera a volte molto spesso prende la forma di un grido disperato, di una protesta nei confronti del Signore, a volte si manifesta con la rassegnazione, come nel caso del cieco nato che non muove un dito per essere guarito ma che obbedisce “ciecamente” alla Parola del Signore.Pregare non è solo meditare, contemplare, dialogare e ascoltare è anche richiesta di aiuto (forse è anche la forma che usiamo di più) a volte anche disperato.Ma se chiediamo aiuto o protestiamo e ce la prendiamo con il Signore, in fondo è perché crediamo (magari in maniera ancora imperfetta) che Lui esiste e che quindi può darci una mano se noi, come Mosè nella prima lettura, eleviamo a Lui le nostre invocazioni.Qual è però il frutto migliore della preghiera?È il dono della luce e cioè della fede che nasce dall’ascolto di tutto ciò che esce dalla bocca di Dio (ecco il perché della saliva per guarire il cieco).La preghiera ci aiuta a crescere nella fede e quindi ci dona luce per comprendere il senso della nostra vita e di quello che ci succede.È una fonte di energia…. rinnovabile tutte le volte che vuoi.Quante volte hai pregato perché il Signore ti aiutasse a fare le scelte giuste e capire il vero senso delle cose, il perché del dolore, dell’amore, della vita e della morte, dell’amicizia e della gioia, del lavoro e della scuola?Solo chi ha fede riesce a vedere le cose come stanno veramente…Quando si perde la fede o non la si usa per leggere la nostra vita e rispondere a tutte le domande che ci si presentano, si è come il cieco nato del vangelo, si cammina al buio, si è sempre in pericolo, non si conosce la realtà che ci circonda, non si vede la meta da raggiungere… ogni cosa diventa misteriosa e nello stesso tempo fonte di paura e di pericolo…Qui davanti a Gesù, come il cieco nato, in questo momento di preghiera chiedigli che mantenga sempre viva in te la fiamma della fede e se quel fuoco acceso un giorno nel tuo cuore ora è un po’ fumigante, è questo il momento buono per “soffiarci sopra”, per riattizzarlo… chiedi al Signore che con il soffio del suo Spirito faccia di nuovo risplendere in te la luce del Battesimo…Chiedi al Signore che ti dia il coraggio di testimoniare e di portare la sua luce ai fratelli che incontri ogni giorno…Quanti aspettano da te un esempio, una parola, un invito, un consiglio per avere un po’ più di luce nella loro vita…?Perché tante volte vivi come se non avessi incontrato Gesù, la luce, il sole della tua vita?Rileggi l’episodio del cieco nato, quante persecuzioni, incomprensioni e sofferenze ha dovuto sopportare ma quanta gioia c’era nel suo cuore per aver incontrato Gesù e aver ricevuto il dono della vista.Guarda poi l’atteggiamento di Gesù… è Lui che per primo si fa prossimo al cieco nato… ed è sempre Lui che dopo essere entrato nella sua vita con questo grande miracolo e aver sconvolto la sua esistenza, quando il cieco viene emarginato dai suoi, gli si fa di nuovo vicino e gli fa il dono della fede cioè illumina anche la sua anima dopo aver illuminato i suoi occhi……….A questo a Gesù che tutto può e che tutti ama, rivolgi la tua preghiera.Ripeti come preghiera le parole di quel bel canto di Taizè“In questa oscurità il fuoco che accendi non si spegne mai non si spegne mai…. In questa oscurità….
Don Mario