Dans nos obscurites, allume le feu qui ne s’èteint jamais

Tutte le letture di ieri ci parlano della vita e dei suoi drammi e difficoltà, la prima del popolo di Israele nel deserto, la seconda è una riflessione sulla storia e sul senso della vita e infine il vangelo ci racconta la storia del cieco nato.In tutte queste pagine ci vengono descritte situazioni di angoscia, di dolore, di sofferenza, di domande forti rivolte a Dio, a volte anche con grida e parole grosse.La preghiera a volte molto spesso prende la forma di un grido disperato, di una protesta nei confronti del Signore, a volte si manifesta con la rassegnazione, come nel caso del cieco nato che non muove un dito per essere guarito ma che obbedisce “ciecamente” alla Parola del Signore.Pregare non è solo meditare, contemplare, dialogare e ascoltare è anche richiesta di aiuto (forse è anche la forma che usiamo di più) a volte anche disperato.Ma se chiediamo aiuto o protestiamo e ce la prendiamo con il Signore, in fondo è perché crediamo (magari in maniera ancora imperfetta) che Lui esiste e che quindi può darci una mano se noi, come Mosè nella prima lettura, eleviamo a Lui le nostre invocazioni.Qual è però il frutto migliore della preghiera?È il dono della luce e cioè della fede che nasce dall’ascolto di tutto ciò che esce dalla bocca di Dio (ecco il perché della saliva per guarire il cieco).La preghiera ci aiuta a crescere nella fede e quindi ci dona luce per comprendere il senso della nostra vita e di quello che ci succede.È una fonte di energia…. rinnovabile tutte le volte che vuoi.Quante volte hai pregato perché il Signore ti aiutasse a fare le scelte giuste e capire il vero senso delle cose, il perché del dolore, dell’amore, della vita e della morte, dell’amicizia e della gioia, del lavoro e della scuola?Solo chi ha fede riesce a vedere le cose come stanno veramente…Quando si perde la fede o non la si usa per leggere la nostra vita e rispondere a tutte le domande che ci si presentano, si è come il cieco nato del vangelo, si cammina al buio, si è sempre in pericolo, non si conosce la realtà che ci circonda, non si vede la meta da raggiungere… ogni cosa diventa misteriosa e nello stesso tempo fonte di paura e di pericolo…Qui davanti a Gesù, come il cieco nato, in questo momento di preghiera chiedigli che mantenga sempre viva in te la fiamma della fede e se quel fuoco acceso un giorno nel tuo cuore ora è un po’ fumigante, è questo il momento buono per “soffiarci sopra”, per riattizzarlo… chiedi al Signore che con il soffio del suo Spirito faccia di nuovo risplendere in te la luce del Battesimo…Chiedi al Signore che ti dia il coraggio di testimoniare e di portare la sua luce ai fratelli che incontri ogni giorno…Quanti aspettano da te un esempio, una parola, un invito, un consiglio per avere un po’ più di luce nella loro vita…?Perché tante volte vivi come se non avessi incontrato Gesù, la luce, il sole della tua vita?Rileggi l’episodio del cieco nato, quante persecuzioni, incomprensioni e sofferenze ha dovuto sopportare ma quanta gioia c’era nel suo cuore per aver incontrato Gesù e aver ricevuto il dono della vista.Guarda poi l’atteggiamento di Gesù… è Lui che per primo si fa prossimo al cieco nato… ed è sempre Lui che dopo essere entrato nella sua vita con questo grande miracolo e aver sconvolto la sua esistenza, quando il cieco viene emarginato dai suoi, gli si fa di nuovo vicino e gli fa il dono della fede cioè illumina anche la sua anima dopo aver illuminato i suoi occhi……….A questo a Gesù che tutto può e che tutti ama, rivolgi la tua preghiera.Ripeti come preghiera le parole di quel bel canto di Taizè“In questa oscurità il fuoco che accendi non si spegne mai non si spegne mai…. In questa oscurità….

Don Mario

Come i Rolling Stones

Lasciati rotolare la pietraAnche oggi Gesù ti ha chiamato, tu hai risposto, sei uscito dal tuo “sepolcro”e sei venuto qui per stare un po’ con Lui.Il Vangelo della risuscitazione di Lazzaro ci porta a riflettere sul mistero della risurrezione della carne, mistero che si può capire, non a partire dal nostro desiderio di andare ‘oltre’ la morte, ma dalla capacità di accogliere quel senso nuovo della vita che Gesù risorto ci vuole donare. Infatti: come Lui è stato raggiunto dal desiderio affettuoso del Padre Suo di averLo per sempre accanto a Sé, facendoLo sorgere da morte “per opera dello Spirito Santo”, così anche noi siamo oggetto di un amore speciale da parte Sua che vuole averci accanto a Sé, per sempre.Pregare rende consapevoli di questo amore speciale di Dio per noi e ci invita ad ascoltare la sua chiamata e uscire da ciò che ci tiene chiusi e separati dagli altri e riprendere a vivere.Perché Gesù risuscita Lazzaro? Anzitutto e semplicemente per il grande affetto che gli portava. Più volte si fa notare nel vangelo che era Suo amico. “Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro”. Questo spiega la sincerità appassionata del Suo pianto, davanti alla tomba.Come Lazzaro allora anche noi lasciamoci trasformare e liberare dall’amore del Signore.Troppe volte anche noi siamo legati da bende mortali, abbiamo una pietra sul cuore o addirittura al posto del cuore. Prova a dare un nome alle “bende” che ti tengono legato.Se però vogliamo accogliere il dono della Sua risurrezione, è decisivo partecipare anche della Sua morte. Un passaggio delicato, che chiede a noi di imparare, con la preghiera, ogni giorno a saper morire per amore, a liberarci da tutte le schiavitù, per abbandonarci a un amore più grande, a vivere proprio come ha fatto Gesù.Nella luce di Gesù, morto e risorto per noi, non si tratta più di prepararsi a morire, semplicemente e inesorabilmente, solo perché ‘dobbiamo morire’. Nessuna idea mai ci convincerà dell’importanza e del valore di ‘dover morire’. Per i credenti si apre piuttosto ben altra prospettiva: quella di imparare a morire ‘per amore’, proprio come Gesù ci ha insegnato: “Nessuno ha un amore più grande …”Una bellissima antifona della liturgia ambrosiana canta così: “Morivo con te sulla Croce, oggi con te rivivo; con te dividevo la tomba, oggi con te risorgo.” Per questo, a Marta che voleva comprendere le Sue parole, Gesù risponde non teorizzando la resurrezione, ma dicendole semplicemente: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno” (Gv 11,25).In questo momento lasciati afferrare dall’amore di Gesù, mettiti in sintonia con Lui e con il suo Amore, accompagna Gesù a visitare ogni sofferenza, ogni lontananza, ogni male del mondo, cominciando dal tuo fino ai confini dell’umanità. Sii pronto a rispondere alla grazia del Signore che ti invita a “uscire fuori” dal sepolcro a vivere la tua vita per amore fino in fondo.Ma soprattutto senti il calore dell’amore e delle lacrime di Gesù su di te, lasciati lavare dalla sua Grazia e riscopri ancora una volta la sua amicizia. Buona risuscitazione….

Don Mario

E beato te

“Beati quelli che non hanno visto, e hanno creduto!”: Gesù, dice questo a s. Tommaso che non credeva alla testimonianza dei discepoli e che aveva voluto “toccare con mano” i segni di Gesù risorto.Siamo noi quei beati di cui parla il Vangelo di domenica, noi che crediamo in Lui attraverso la testimonianza della Chiesa, noi che crediamo che Lui continua ad essere presente attraverso i Segni Sacramentali come l’Eucarestia che anche oggi siamo venuti ad adorare.Siamo Beati perché ci accorgiamo che Gesù ci è sempre vicino. Per questo motivo il cristiano non deve avere paura (“Non temere” continua a ripetere Gesù risorto ai suoi discepoli), deve guardare al futuro con fiducia, il credente deve essere pieno di gioia, di entusiasmo e di serenità anche nelle difficoltà perché si accorge di questa confortante presenza del Risorto.Ma non solo, il vero cristiano sa anche che lui stesso, con la sua vita, con la sua testimonianza, con il suo stile, diventa un segno per tutti quei “Tommaso” che hanno bisogno di vedere per credere.Devi sentire la responsabilità non solo di credere ma anche di aiutare a credere.Oggi Gesù parla ai tuoi fratelli solo con la tua bocca, Gesù ama i poveri solo con il tuo cuore, Gesù cammina per le strade della tua città solo con le tue gambe.Questo momento di adorazione settimanale è importante per riconoscere Gesù presente ma anche per ricordarti la tua responsabilità nei confronti dei fratelli.A te, beato, oggi, si rivolge Gesù per affidarti questo compito grande: essere segno vivo del suo amore per gli uomini. Chiedi il suo aiuto per poter adempiere ad un compito così impegnativo ma anche così bello. La vita (eterna) di tanti fratelli, dipende proprio da te!Ricordiamo nella nostra preghiera di oggi Claudia e Ermes e la loro famiglia che domenica hanno celebrato il Sacramento del matrimonio e anche i ragazzi che si stanno preparando alla Messa di prima Comunione che domenica hanno offerto il grano frutto del loro impegno e che servirà per fare le particole della prima comunione.Offri anche tu la tua vita, il tuo amore, il tuo impegno al Signore.

Don Mario

Mettiti gli occhiali 3D

Quando si arriva qui in chiesa ci si porta dietro tutto un carico di preoccupazioni, problemi da affrontare, scelte da compiere, piccole o grandi sconfitte, progetti da attuare, persone per cui pregare, incontri fatti, gioie e dolori….. insomma qui davanti al Signore noi veniamo con tutta la nostra umanità e con tutta la nostra fragilità.Abbiamo proprio bisogno di questo momento, per rimettere un po’ insieme le idee, ma non solo, per riprendere forza, nel nostro cammino, ma soprattutto per avere un po’ di luce, la sua Luce.Senza la luce infatti tutto diventa misterioso si corre il rischio di sbagliare, non si riesce a distinguere bene le cose, tutto ci fa paura, corriamo il rischio di andare a sbattere e di farci male.Se invece siamo nella luce, nella sua luce, allora riusciamo a vedere bene le cose, a capire il senso della nostra vita, a scegliere la strada giusta anche se magari più difficile e faticosa.Anche nella nostra vita di ogni giorno capita quello che sta succedendo in questi giorni in Europa, siamo spesso al buio, “oscurati” dalle nubi del demonio, del male che ci rende difficile la vista e che cerca di contrastare la Luce.Le notizie che privilegiano sempre le cose negative, il male, la cattiveria della gente, l’egoismo, la prepotenza, la violenza, il clima di terrore e di paura che viene alimentato ad arte, la divisione, l’odio, l’intolleranza, il male che c’è in ciascuno di noi, sono tutte nuvole che ci fanno vedere le cose in maniera sbagliata.Paolo desiderava tanto andare a Roma e portare il Vangelo e questo desiderio si è avverato per lui proprio attraverso un evento che a prima vista poteva essere solo male o negativo. Viene arrestato per odio e chiede di essere giudicato da Cesare e cioè, in catene, va a Roma…. La Luce viene anche se non ce ne accorgiamo o pensiamo non ci sia. La Luce di Gesù, splende sempre, ma come si fa allora a vivere nella Luce, come possiamo avere la sua Luce, riconoscere il suo progetto su di noi? Con il salmo responsoriale abbiamo pregato dicendo: “Donaci occhi, Signore, per vedere la tua gloria.” Ripetiamolo anche oggi, davanti a Lui perché Lui sta lavorando anche attraverso il nostro male, il nostro limite, il buio che ci circonda….Questo del lunedì è uno dei momenti importanti per “ricaricare le nostre batterie” o per “pulire i nostri occhiali” o, come va di moda adesso, per mettere gli “occhiali 3D” e vedere meglio la realtà. Se noi restiamo con Gesù, se ascoltiamo la sua Parola, se impariamo da Lui, allora la sua Luce sarà in noi.Ma forse dovresti farti una domanda prima di tutto: sei convinto che solo Gesù può dare un senso, e illuminare la tua vita? O cerchi sempre altrove qualche proposta per realizzarti?Davanti a Gesù Luce del mondo apri il tuo cuore perché rinnovi in te la Grazia del Battesimo con la quale ti è stata donata la Luce della Fede.

Don Mario

Pregate per gli operai

Il Vangelo di domenica ci ha ricordato il comandamento più grande che Gesù ci ha lasciato, l’unica regola per avere la gioia e per realizzare in pieno la nostra vita: “Amatevi come Io ho amato voi”.Come sarebbe bello il mondo se tutti si volessero bene come Lui ci ha voluto bene!Ma cosa vuol dire amare come Lui?  Innanzitutto accorgerci di essere amati per primi: “Come il Padre ha amato me…” Nessuno di noi può dire di non essere amato da nessuno. Anche la persona più sola e abbandonata su questa terra di una cosa può essere certa: dell’amore di Dio, anzi, più è abbandonata e sola, e più è amata da Dio! Ciascuno di noi è amato da Dio in maniera particolare, speciale, unica. Proviamo ad accorgerci di questo amore, a renderci conto che c’è qualcuno in ogni momento della nostra vita che ci pensa, che si preoccupa per noi. Questo ci deve dare gioia, serenità e sicurezza.q  Amare come il Signore vuol dire condividere con l’altro la gioia che si ha nel cuore: “…perché la mia gioia sia in voi.” Amare è donare.Il mio amore ha queste caratteristiche o amo solo chi mi da qualcosa, chi mi è simpatico, chi mi è utile?  Amare è donare gioia “piena”: “… e la vostra gioia sia piena.” Amare è volere il bene di tutto l’altro, non solo il bene materiale. Amare non vuol dire solo donare qualche cosa ma accogliere l’altro come figlio di Dio e nostro fratello. Amare vuol dire condividere anche le gioie profonde e spirituali, amare vuol dire comunicare anche il dono della fede perché la gioia sia piena e non solo superficiale, temporanea o materiale. Ci preoccupiamo di condividere con gli altri e di donare anche la nostra esperienza di fede? Condividiamo la preghiera, la riflessione sulla Parola di Dio, ci preoccupiamo del cammino di fede dei nostri fratelli?  “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici”: Amare è donare tutto se stessi. Cosa sono disposto a fare e a dare per i miei amici? E per i nemici? Gesù ha dato la sua vita per i peccatori. E tu?“Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore” SE, amare vuol dire lasciare liberi: il Signore ci propone una via per stare con Lui ma non ce la impone, ce la suggerisce, se vuoi, ci lascia liberi perché l’amore vero non è possedere, schiavizzare, ma rendere consapevoli, responsabili, liberi.E tu? Come tratti i tuoi amici? I tuoi fratelli, le persone che ami?Di fronte a Gesù presente nell’Eucarestia, in questo Sacramento d’amore, verifica il tuo modo di amare, lasciati amare da Lui, lasciati trasformare dal suo amore.Ascolta e domanda quanto hai bisogno per saper amare come Lui “perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda”, allora comincerai a trasformare il tuo cuore, la tua famiglia, la nostra comunità … il mondo intero.In fondo il Signore non ci chiede poi così tanto, ci chiede solo di amare … perché non provarci? In questa settimana di preghiera per le vocazioni di speciale consacrazione, prega il Padrone della messe che mandi tanti operai nella sua messe, perché tanti sappiano ascoltare la voce del Signore che chiama ad amare come Lui.

Don Mario

Chiedi luce

 

La prima lettura ci ha fatto conoscere la testimonianza di Paolo, il suo cammino spirituale che lo ha portato ad incontrare il Signore Gesù appunto attraverso lo scorrere del tempo, della sua vita.La seconda lettura ci da il fondamento della nostra speranza: Gesù, sacerdote in eterno, per sempre che supera anche la morte e che quindi è sempre presente nel nostro cammino di vita.Il Vangelo ci parla di un tempo in cui “non mi vedrete” e un altro tempo in cui “mi vedrete” e ci richiama quindi al passare dei giorni e delle stagioni che si caratterizzano dalla presenza visibile o meno del Signore.Di fronte a queste Parole, di fronte all’Eucarestia, Parolad’Amore, sarebbe bello che anche tu come Paolo rileggessiil tuo cammino di vita.Tornando dal pellegrinaggio ad Assisi con alcuni ragazzi diquinta, ci sono rimaste nel cuore le testimonianze di vita di Fra Andrea, di Maddalena di Spello, di s. Francesco, il racconto della loro storia vocazionale, l’incontro con il Signore….Forse se rifletti un po’ anche tu troverai momenti belli, importanti ma anche momenti in cui in cui ti sembrava di essere stato lontano dal Signore (pensa a Paolo!) ma ti accorgerai che Lui ha guidato i tuoi passi fino a qui, oggi.Ci sono tanti modi quindi per passare il tempo e usare la nostra vita, dalle serate per strada girando un po’ di vino in fondo ad un bicchiere, alle ore interminabili passate al lavoro che diventa sempre più schiavizzante… però, l’unico modo che vale la pena è quello di “abitare il nostro cuore” come ci suggeriva di fare Maddalena e cioè di cercare la Verità anche passando attraverso scelte che a volte possono sembrare giuste ma che poi, se noi continuiamo con onestà a cercare la Verità, scopriamo imperfette o addirittura sbagliate (vedi l’esempio di Paolo).Ora sei qui, davanti alla “Verità” che non sempre si riesce a comprendere tutta intera (ricorda il Vangelo) ma che si rivela sempre più a chi la cerca con il cuore sincero.Leggi la tua vita guidato dallo “Spirito della verità che ti guida a tutta la verità”, chiedi al Signore che ti dia luce, che possa abbagliarti con la sua luce per poi ridarti il giusto modo di vedere le cose, proprio come successe a San Paolo, proprio come chiedeva san Francesco al crocifisso di San Damiano: “O alto e glorioso Dio, Illumina le tenebre del cuore mio.”Metti di fronte all’Eucarestia la tua vita perché tu possa avere luce, perché la tua gioia sia piena e possa annunziare “lontano, alle nazioni” l’amore del Signore.
Oggi poi ricorda al Signore tutti i nostri ragazzi che nelle prossime domeniche per la prima volta parteciperanno pienamente alla Santa Messa con la Comunione perché siano sempre fedeli a questo appuntamento settimanale e facciano della loro vita un cammino di crescita nella fede.

Don Mario

Lui prega, tu preghi, noi preghiamo

Ricordando il Vangelo di Domenica, in questo momento in cui ci troviamo di fronte a Gesù per pregare, è bello, commovente, rassicurante e fonte di una grande gioia, sapere che un giorno Gesù, “alzati gli occhi al cielo, disse: Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola…”.Un giorno Gesù ha pregato per te, per me, ha parlato di noi con il Padre, ci ha raccomandati a Lui, siamo stati nei suoi pensieri, nel suo Cuore.Quanto siamo indegni di tutta questa sua attenzione e in questo momento per prima cosa dobbiamo esprimere il nostro grazie più profondo e sincero per la Sua Preghiera.La nostra preghiera è quindi una risposta alla sua preghiera.Se ci pensiamo bene, però, non solo quel giorno Gesù ha pregato per noi ma sempre, ogni giorno, in ogni istante noi siamo nel suo Cuore, nei suoi pensieri perché, salendo al cielo, Lui ci ha promesso che non ci avrebbe mai lasciati soli, e poi perché continua la sua preghiera per tutti i suoi discepoli per mezzo della sua Chiesa e della tua preghiera. Quando tu apri il tuo cuore verso i fratelli e preghi il Padre, è Gesù che prega in te e con te e tu continui quella preghiera infinita iniziata quel giorno da Gesù. Dal Vangelo, poi, sappiamo anche che cosa chiede Gesù per noi, qual è il contenuto della sua preghiera.

E non ci può essere nulla di più bello e di più grande da chiedere al Padre sennonché “siano tutti una cosa sola, come il Padre e il Figlio”. Gesù, pieno di gioia per l’amore che aveva dal Padre e per il Padre, vuole che tutti noi possiamo godere di una gioia così grande e per questo prega.Come lo capisco Gesù! Perché quando anch’io ripenso ai miei genitori, per esempio, sento una grande gioia e una grande riconoscenza nei loro confronti perché per me sono stati un meraviglioso esempio di amore, con le loro cure, con la loro fedeltà e con la loro profonda unione. Pensando alla mia famiglia, tante volte prego il Signore perché tanti possano avere la fortuna di un dono così grande come io ho avuto e, così, se lo posso dire io di una famiglia umana, prova ad immaginare la gioia di Gesù per la sua “Famiglia Divina”.A questo punto però forse un’ombra scende sulla nostra riflessione ed è il pensiero, purtroppo reale e concreto, per tutte quelle famiglie, e sono tante purtroppo, in cui non si riesce a sperimentare questa gioia…. Ma non fermiamoci troppo e non rattristiamoci perché, nella sua preghiera, Gesù ci fa capire che tutti possono sperimentare questa gioia perché va al di là della nostra esperienza di una famiglia umana perché i suoi discepoli entrano a far parte della Sua Famiglia e quindi diventano fratelli tra loro e contemplano la sua gloria.Continua il tuo colloquio personale con Gesù, partecipa alla sua preghiera per tutti i fratelli, ringrazialo del suo amore, chiedigli cosa ha in mente per te, come ti vuole, e soprattutto di aiutarti a realizzare questo suo progetto.

Don Mario

PER I RAGAZZI DELLA PRIMA COMUNIONE: Oggi, qui davanti a Gesù ringrazialo per il dono dell’Eucarestia, ricorda quello che ti ha detto il giorno della prima comunione e magari parlane con il don. Chissà Gesù come è contento di vederti qui……

Non aprile l’ ombrello

Ieri, solennità di Pentecoste, i Battesimi che abbiamo amministrato e le prime comunioni, ci hanno ricordato la presenza misteriosa ma efficace dello Spirito Santo nella storia del mondo e nella nostra vita di ogni giorno.Lo Spirito è come il vento, non si tocca, non si vede ma se ne vedono i multiformi effetti, come ricordava san Paolo ai Corinzi.Anche adesso, se tu sei qui è perché lo Spirito ti ha condotto qui per incontrare il Signore Gesù e per parlare con il Padre è lui la fonte e l’origine di ogni cosa buona.È lo stesso Spirito che, se ti lasci guidare, in questo momento ti suggerirà le parole da dire. È Lui che ci fa riconoscere Dio come Padre, è Lui che ci fa capire il segreto delle cose, della storia di Gesù e della nostra vita.Anche se gli Atti degli Apostoli lo hanno definito come un rombo di tuono, non sempre è facile distinguere la sua voce tra le tante: come faccio a capire quando viene dallo Spirito?È semplice, perché la caratteristica dello Spirito è l’Amore e la Comunione e perciò tutto ciò che è amore, pace, gioia, accoglienza, perdono, pazienza, amicizia, giustizia, rispetto, dono di sé, gratuità… viene da Lui e quindi sono sicuro che ciò che farà, sarà per il mio bene e per il bene di tutti.Lasciati allora sommergere dallo Spirito, allarga il tuo cuore, il tuo sguardo, le tue braccia per accoglierlo in abbondanza perché lo Spirito ha bisogno di te per produrre i suoi effetti benefici e vitali, se tu non lo accogli, non può dare frutto.Non solo è paragonabile al vento che soffia, al rombo del tuono o al fuoco che divampa, ma lo Spirito, soprattutto in questi giorni si può paragonarlo anche alla pioggia (quando non è troppa!) o alla rugiada che bagna il prato e che fa spuntare tanti e diversi fiori dai mille colori.Così vale per noi, per la nostra comunità: lo Spirito che ci viene donato in abbondanza (proprio come la pioggia), se noi lo accogliamo, fa nascere in noi diversi doni proprio come i fiori in un prato.Apri allora il tuo cuore al Signore e chiedi che non si stanchi di donarci il suo Spirito, chiedi anche che ti dia la docilità nel accoglierlo così che la tua vita possa diventare meravigliosa e assieme a tutti i fratelli possa allietare il campo della Chiesa e del mondo.Adesso, allora, non aprire l’ombrello, lascia parlare lo Spirito e ascolta cosa ti suggerisce.

 

Don Mario

Lo stile trinitario della Trinità

Dio ha tanto amato il mondo da traboccare, per così dire, del suo essere amore-trinitario, amore-comunione.L’essenza di Dio è questo amore: il Padre e il Figlio che si amano a tal punto che il loro reciproco amore è una terza persona: lo Spirito Santo.È il mistero più alto della nostra fede.La nostra intelligenza non arriva a comprenderlo, ma, illuminata dallo Spirito Santo, può intuirne gli splendori proprio perché cuore del mistero è l’Amore e segno più grande e distintivo è l’Eucaristia che hai di fronte.Anche noi che siamo fatti a immagine di un Dio Trinità, amore, non sentiamo che è forse l’amore il senso di tutta la nostra vita?E il nostro cuore non ci dice forse che solo per l’Amore, per la felicità di essere amati e di amare che noi esistiamo?L’unità di Dio, proclamata dall’Antico Testamento e difesa dalla confusione del politeismo imperante attorno al popolo di Israele, non è contraddetta dalla rivelazione del mistero della Trinità del Nuovo Testamento. Anzi, questa rivelazione del Dio unico si completa e si illumina più profondamente dicendoci che questo unico Dio è un Dio di relazione, un Dio che ha come caratteristica fondamentale l’essere comunione.E noi, attraverso l’Eucarestia, sintesi di questo amore di Dio, entriamo a far parte della “squadra” di Dio, della sua Famiglia. Ricordando le parole di Gesù: “Se uno mi ama, osserverà la mia Parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”, oggi allora mi voglio fermare a contemplare l’aspetto trinitario della mia vita.Anche oggi, se sono qui è perché lo Spirito mi ha guidato all’incontro con il Padre per mezzo del suo Figlio Gesù che chiede a me di continuare a vivere anche i miei rapporti quotidiani con lo stesso stile “Trinitario” cioè nel rispetto della diversità dell’altro e nel dono reciproco.

Don Mario

Ricordiamo nella preghiera i nostri ragazzi che hanno ricevuto per la prima volta l’Eucarestia e che si sono seduti alla tavola della Trinità, preghiamo anche per quelli che riceveranno il dono dello Spirito Santo nella Cresima perché siano veri testimoni dell’amore trinitario e poi per i nuovi battezzati che iniziano il cammino della vita nella famiglia della Trinità.

 

O mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi interamente per stabilirmi in te, immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell’eternità. Che nulla possa turbare la mia pace né farmi uscire da te, o mio Immutabile, ma che ogni istante mi porti più lontano, nella profondità del tuo Mistero.  (Sr. Elisabetta della Trinità)

Apri il tuo cuore Lui lo riempirà

Parole forti quelle del Vangelo di domenica!“Amate i vostri nemici, fate loro del bene, dite bene di loro, pregate per loro….”Parole che si comprendono solo se ricordiamo le beatitudini che le precedono.Se sono beati coloro che confidano solo nel Signore, coloro che soffrono, quelli che piangono o sono affamati, se abbiamo capito che siamo tutti fratelli e figli dello stesso Padre che è nei cieli, allora non esiste il “nemico” da odiare o da eliminare ma esiste solo “il fratello che sbaglia e che mi sta facendo del male”, e allora dovrò amarlo ancora di più, dovrò soffrire per lui, pregare per lui, cercare di trovare solo il bene e dire solo il bene che c’è in lui, anche se a volte nascosto o rifiutato.Voler bene al fratello, non vuol dire lasciargli fare quello che vuole ma aiutarlo a capire l’errore, consigliarlo, sopportarlo, perdonarlo, dargli fiducia, salutarlo, cercarlo…. Insomma amarlo concretamente, non solo a parole.L’amore vero, quello che ci ha insegnato Gesù, non è soltanto un “pio sentimento” ma è soprattutto frutto di una forte volontà, di un impegno che costa fatica, dono di sé… fino alla croce, proprio come Gesù. Questo è il modo in cui dobbiamo amare gli altri, tutti gli altri!

In questo momento, davanti al Signore, lasciati amare da Lui, accorgiti di quanto il Signore ti ha voluto bene, di tutte le volte che ti ha sopportato, perdonato, scusato, bene-detto… lasciati stupire dal suo amore e dalla sua ammirazione per te, noi siamo la gioia di Dio, in noi, come nel suo Figlio Lui si compiace… Quanto è grande l’amore di Dio!In questo momento di amicizia con Lui, ascolta quanto ci ha detto nel Vangelo di Domenica: prega per tutti quei fratelli che ti hanno fatto qualcosa di male, fai passare davanti a Lui i loro volti, parla con il Signore di tutti quelli con i quali non parli mai, di quelli che ti stanno antipatici, ma soprattutto prega per te, perché il Signore cambi il tuo cuore e il tuo sguardo perché tu possa guardare sempre al cuore delle persone e non fermarti all’apparenza, all’esteriorità, perché tu possa vedere in ogni uomo che ti sta vicino l’immagine di Gesù e avere un cuore grande come il suo che sappia perdonare sempre. Stoiamo per terminare l’Anno Santo della Misericordia ma la Misericordia di Dio non finisce mai!!!Se ora apri il tuo cuore alla Grazia del Signore, ti accorgerai uscendo di Chiesa che il Signore ti avrà ricambiato con la sua pace e una grande gioia, in “misura grande, pigiata, scossa, traboccante…”.

Don Mario

 

P.S.: Dedica un momento di preghiera particolare per don Sergio che inizia il suo ministero tra noi ma anche per don Filippo e per i nostri ragazzi e educatori dell’oratorio.

Se vuoi approfittare non solo per dare il tuo perdono ma anche per ricevere quello del Signore, trovi un sacerdote in fondo alla Chiesa.

 

Costruire il Duomo della nostra vita

In questa domenica dedicata alla riflessione sulla Dedicazione del Duomo di Milano, la Parola di Dio ci invita a riflettere sulla nostra vita, perché noi siamo le pietre vive della chiesa.La comunità cristiana ha il compito di rendere visibile, proprio come il Duomo, la presenza del Signore nella nostra città.Ma per ogni costruzione che si rispetti, occorre tanto lavoro, dallo scavo agli ornamenti delle guglie… e così anche noi, per poter essere all’altezza di questa missione, dobbiamo lavorare sodo e sempre (proprio come la fabbrica del Duomo).Nel Vangelo di ieri c’è l’indicazione di un percorso, un percorso a ritroso, dalla superficie al profondo, un cammino spirituale che usa immagini prese dalla vita di tutti i giorni.Questo momento di adorazione, è proprio il tempo giusto per mettere a punto il progetto, per fare uno stato di avanzamento dei lavori dello spirito, per approfondire e verificare il nostro cammino di ascesi.La prima immagine che ci viene suggerita è quella dei frutti buoni (o cattivi).Il primo esame che dobbiamo fare, quindi, è se la nostra vita produce dei frutti e soprattutto la qualità di questi frutti.Siamo persone che costruiscono, che donano cose buone o persone che distruggono, dividono, “avvelenano”?  Il Vangelo ci aiuta a capire che non possiamo dare frutti buoni se il nostro cuore è pieno di male, non basta andare dal fruttivendolo… dobbiamo invece cambiare il nostro cuore, lasciarci trasformare dall’Amore del Signore, allora i frutti saranno certamente buoni.I frutti sono qualcosa di concreto, non belle parole, belle intenzioni, bei fiori o belle foglie, non dobbiamo pensare che essere cristiani si misuri dalle belle parole… Papa Francesco proprio qualche giorno fa ricordava che sono ipocriti quei cristiani che difendono Gesù e la fede a parole ma poi non sono capaci di aprire il loro cuore e di accogliere chi ha bisogno.Se vogliamo costruire una casa che resista a tutte le intemperie dobbiamo ascoltare la Sua Parola e metterla in pratica.Per arrivare però a tutto questo, dobbiamo fare un lavoro molto importante, quello di scavare, scavare e scavare per incontrare la roccia sulla quale poi costruire la nostra casa, il nostro edificio spirituale.Quando hanno iniziato i lavori per i grattacieli qui vicino, la prima cosa che hanno fatto è stata un enorme voragine perché più profonde sono le fondamenta più alta e sicura sarà la casa. Così anche noi, se vogliamo davvero costruire una vita solida e bella, dobbiamo dedicare tanto tempo e tanta fatica per scavare e consolidare le fondamenta e cioè la nostra conoscenza di Gesù e l’amicizia con Lui.Ecco, allora, che la Messa della Domenica, la lettura della Sua Parola (al Giovedì) e l’adorazione del Lunedì sono momenti forti per scavare queste fondamenta che ci porteranno a fare frutti buoni.

Don Mario

Oggi preghiamo in particolare per i missionari e per i due bimbi, pietre vive della nostra chiesa, che domenica hanno ricevuto il battesimo.

Adorare e annuinciare è una cosa da imparare

Di fronte ai discepoli che dubitavano (?!) Gesù non fa grandi discorsi ma dice “andate e fate discepoli tutti i popoli….”Celebrare la Giornata missionaria è come aprire le finestre di casa, far entrare cioè aria fresca.Di fronte alle nostre piccole “beghe” quotidiane, di fronte ai nostri egoismi e alle nostre pigrizie e dubbi, il Signore ci ricorda che dobbiamo uscire, andare nel “campo che è il mondo” ed annunciare il Vangelo a tutte le genti.Ogni cristiano, se vero cristiano, dovrebbe sentire dentro di sé la spinta ad essere missionario, a portare dovunque l’annuncio della gioia che deriva dalla fede in Gesù.Forse, però, dobbiamo cominciare da noi stessi, andare nelle “periferie” del nostro cuore, nei paesi “lontani” della nostra vita di tutti i giorni per portare la luce di Cristo.Ci sono momenti, situazioni, rapporti nella nostra quotidianità che non sono ancora illuminati dalla fede: troppe volte magari viviamo come se Gesù non ci fosse e siamo schiavi di altre “divinità” (la nostra lingua, sempre troppo lunga, i nostri desideri, non sempre limpidi e puri, le nostre azioni all’insegna dell’egoismo, i nostri rapporti con gli altri dominati dall’interesse o dalla “simpatia”….), abbiamo tante “foreste” e “territori ancora inesplorati” dentro di noi che dobbiamo “conquistare” al Signore perché “divengano un’offerta gradita, santificata dallo Spirito Santo” come raccomandava san Paolo ai Romani.Prova a scoprire davanti al Signore quali sono questi angoli bui nella tua vita….

(pausa di riflessione)

Se oggi sei qui, penso che, al di là delle foreste che avrai scoperto, ci sia dentro di te almeno la voglia di essere discepolo di Gesù e quindi anche una buona parte di fede che quindi ti deve spingere ad annunciarlo a tutti i fratelli.Chiediti allora se qualche volta pensi anche a quelli che il Signore mette ogni giorno sul tuo cammino e senti dentro di te il desiderio di parlare loro del Signore, con il tuo modo di fare, con le tue scelte, i giudizi che dai, le parole che dici?

Non ti viene voglia di dire a tutti la gioia di essere cristiano? O forse per te non è una gioia?

Forse hai bisogno di conoscere un po’ più a fondo il Signore e come diceva pochi giorni fa Papa Francesco, “… non è sufficiente il catechismo per conoscere Gesù, occorre coltivare l’abitudine di adorare, di adorare in silenzio, adorare. Credo che questa preghiera di adorazione è la meno conosciuta da noi, è quella che facciamo di meno. Perdere il tempo, mi permetto di dire, davanti al Signore, davanti al mistero di Gesù Cristo. Adorare. E lì in silenzio, il silenzio dell’adorazione. Lui è il Signore e io lo adoro.”

Continua allora a riflettere sulla tua missionarietà, ma soprattutto sulla tua fede perché è da questa che nasce il desiderio di annunciare a tutti il Vangelo. Non dimenticarti di sentire vicino in questo momento tutti i nostri missionari che nel mondo stanno donando la loro vita.                                                                                                                                                                                                                                Don Mario

L’ esame

Il Vangelo di domenica scorsa ci parla della venuta di Gesù alla fine dei tempi, cioè alla fine del mondo, quando davanti a Lui sfileranno tutti gli uomini come un gregge e Lui, come un pastore, dividerà le pecore dalle capre, i buoni dai cattivi.Tutto questo avverrà alla fine del mondo ma prima alla fine della nostra vita, noi andremo da Lui ed Egli ci giudicherà.Questa, che stiamo iniziando, per noi cristiani, è l’ultima settimana dell’anno liturgico e allora potremmo approfittarne per fare un po’ il bilancio di quest’anno passato, per esaminare la nostra vita e prepararci al grande esame finale.Se ci pensiamo bene, siamo proprio fortunati perché, al contrario degli esami di scuola, noi già sappiamo le domande dell’esame finale che il Signore ci farà e quindi possiamo prepararci per rispondere bene.In quel giorno il Signore ci chiederà: Avevo fame e tu…….?Avevo sete e tu………?Ero forestiero, extracomunitario e tu…….?Ero nudo, povero, senza chi mi difendesse e tu…….?Ero malato, handicappato, in ospedale e tu………..?Ero in carcere e tu………..?Ero senza casa, senza famiglia, senza lavoro e tu……..?Prova a riprendere queste domande e innanzi tutto a dare un volto, un nome a Gesù affamato, malato, forestiero…… è impossibile non accorgersi che anche oggi, qui, nel nostro quartiere, intorno a noi, Gesù soffre nella carne del nostro prossimo….E tu, come mai non lo sai o non lo vuoi riconoscere?E se riesci a riconoscerlo, cosa hai fatto per Lui fino ad oggi……?Ti accorgerai che è difficile amare sul serio come Lui ci insegna, abbiamo bisogno del suo aiuto, di imparare da Lui, dobbiamo stare un po’ più vicini a Lui … essere più generosi, meno calcolatori e spenderci con più coraggio per i fratelli, e soprattutto non prendere la preghiera come qualcosa che ci mette a posto la coscienza credendo di essere già bravi solo perché siamo andati a Messa la Domenica o addirittura super bravi perché veniamo anche all’adorazione del Lunedì.La preghiera, la Messa, l’adorazione, devono essere momenti forti per darti la carica per vivere come Lui, per scoprirlo nei fratelli, per donarti con generosità.Stare con Lui in Chiesa deve darti la gioia per continuare a stare con Lui nel mondo.In chiesa, si entra per amare Gesù nel tabernacolo e si esce per amare Gesù nei fratelli.Chiedi allora a Gesù che ti aiuti a prepararti bene all’esame, quello più importante della vita e a cominciare a mettere in atto qualche gesto concreto di amore.

Don Mario

Prega per fare la sua volontà

Se confrontiamo le parole di Gesù del Vangelo di ieri con le notizie dei giornali e della Tv, possiamo riconoscere che i “segni” della venuta del Signore sono già presenti e riconoscere che il mondo ha bisogno di un Salvatore e solo Gesù può soddisfare questo bisogno.Cosa dobbiamo fare allora? Come deve comportarsi il cristiano?Due sono le tentazioni che ci si presentano quando ci mettiamo di fronte al problema della fine del mondo e quindi del valore del tempo e della nostra vita.La prima è il desiderio di conoscere la “data di scadenza” e quindi la tentazione di  poter possedere il tempo misurandolo, come si fa con tante altre cose.Ma se ci pensiamo bene il tempo ci sfugge, nel momento stesso in cui tu pensi a “questo momento”, è già passato … solo il Signore è padrone del tempo, Lui che non solo “esce dal tempio”, ma è al di fuori del tempo, Lui che è Eterno.La seconda tentazione è conseguente alla prima e cioè, visto che non possiamo fermare e possedere il tempo, allora riempiamolo, sfruttiamolo fino in fondo, godiamo a più non posso, non perdiamo nemmeno un secondo … e così ci ritroviamo pieni di impegni, sport, amici, TV, lavoro, mestieri di casa,…, tanto che la malattia del secolo è la depressione (qual è il fine della mia vita?) o lo stress (non ho più un minuto di tempo), ma il tempo passa lo stesso e noi, presi da tante cose, non ci accorgiamo dove stiamo andando.Sì perché la cosa più importante non è conoscere il tempo della “fine” della nostra vita o del mondo, ma è sapere qual è “IL FINE” della nostra vita e della storia del mondo, cioè la direzione del nostro cammino, la meta dove vogliamo arrivare.Ecco allora che per te, “popolo che porti nel cuore la mia legge” (come diceva la prima lettura di ieri), anche questo tempo che ogni Lunedì “butti via” stando qui davanti al Signore è un momento importante nel cammino della vita.Importante perché ti aiuta a capire e a fare un po’ di chiarezza in merito alla direzione della tua vita, su come impiegare meglio il tempo che il Signore ti ha donato.Ieri abbiamo parlato anche di quell’opera di misericordia che ci ricorda l’importanza di pregare per i vivi e per i morti e allora usa bene questo tempo per pregare per tutti le persone che ti stanno a cuore ma anche per chi è lontano o ostile. Pregare abbiamo detto non vuol dire chiedere al Signore che faccia la nostra volontà ma metterti dalla parte dell’amore di Dio, sentire con il suo cuore e chiedere che venga il suo regno, che si compia l’attesa della sua venuta nel nostro cuore e nel cuore di tutti i nostri fratelli, vivi o defunti con i quali siamo misteriosamente in comunione.Chiediti se vivi ogni momento in riferimento a Lui e se sei sempre consapevole che Lui ti vuol bene e ti protegge e che, malgrado le avversità della vita e le tribolazioni, “la sua giustizia durerà per sempre e la sua salvezza di generazione in generazione”.Rimani un po’ di tempo qui davanti al Signore già pregustando quel tempo infinito che ci aspetta quando Lui vorrà chiamarci e così saremo sempre con Lui senza più il dominio del tempo e fai il proposito di vivere bene questo tempo di avvento.

Don Mario

Giovanni sei tu?

Oggi 21 Novembre 2016, come un giorno su Giovanni, oggi, in questo contesto storico, la Parola di Dio scende su di te, il Signore vuole incontrarti e tu sei venuto qui disponibile all’ascolto.Ecco il miracolo che anche oggi si avvera: la Parola che ha creato tutto, la Parola che è fuori dal tempo e dallo spazio, quella Parola “scende” in questo mondo, entra a far parte della nostra storia, della tua storia, della tua vita.Come nel Vangelo che abbiamo ascoltato ieri, anche oggi la Parola ha bisogno del deserto per poter arrivare a destinazione.Devi allora fare deserto e cioè innanzitutto silenzio perché tu possa ascoltare la Parola.Devi fare silenzio dentro di te! Metti a tacere tutte le voci che ti disturbano e ti distraggono, tutte le tentazioni che ti distolgono dal Signore e mettiti in ascolto, tendi l’orecchio, apri il cuore, renditi disponibile, attento e desideroso della sua Parola.Il deserto però è anche il luogo della povertà, dell’aridità e molte volte assomiglia proprio alla nostra vita, povera, arida, ma assetata e desiderosa di cambiare.Non dobbiamo pensare di poter offrire al Signore chissà quali cose, Lui viene anche nel deserto, nel “piattume” della nostra vita di ogni giorno con i nostri limiti e i nostri peccati ma desideroso di acqua che ristori la sete e dia fecondità, con la voglia, di cambiare, di lasciarci trasformare da Lui.Questa Parola, come un giorno su Giovanni, scende su di te, perché tu possa, come Giovanni, annunciarla con la tua voce e la tua testimonianza di vita bella,Tocca a te allora accogliere questa Parola e come Giovanni “evangelizzare” cioè portare a tutti il Vangelo, la buona notizia e suscitare un cambiamento di vita, la conversione.Ascolta allora quello che oggi il Signore ti vorrà dire in questo momento di deserto, in questo tempo di Avvento…Sarà una Parola di vita, che parlerà al tuo cuore e susciterà in te la domanda: “Cosa debbo fare?”. Ascolta, interroga, e soprattutto lasciati guidare…Buon deserto allora. Ricordiamoci di pregare per tutti coloro che stanno attraversando il deserto o i deserti della loro esistenza e della loro vita, stranieri, immigrati, rifugiati perché possano trovare accoglienza.

Don Mario

Com- muoviamoci sul serio

Con la Festa di Pentecoste abbiamo concluso il tempo di Pasqua ed ora iniziamo questo  nuovo tempo liturgico dominato dal colore rosso, come il fuoco dello Spirito.È  stata una festa bella che è culminata con la celebrazione della Messa di prima Comunione  e il Battesimo di alcuni ragazzi e che ha commosso un po’ tutti, da me, ai nostri ragazzi, alle catechiste che li hanno preparati in questi anni, ai genitori, padrini, madrine, a chi c’era in Chiesa, a chi seguiva con la radio parrocchiale, ai parenti e frequentatori del nostro sito che hanno partecipato a migliaia di kilometri di distanza via internet.  Forse qualcuno anche ha versato qualche lacrima ma ora in questo momento di silenzio e di adorazione, è bene fermarsi un po’ davanti al Signore e verificare fino a che punto ci siamo lasciati coinvolgere, com-muovere dai doni dello Spirito.Non basta vivere un momento magari intenso di spiritualità, dobbiamo da questi momenti forti ricavare la forza di andare avanti poi ogni giorno.Dopo la Pentecoste, iniziamo un tempo di responsabilità, il cero pasquale, segno della luce di  Gesù risorto presente in mezzo a noi, non c’è più sull’altare. Ora noi siamo chiamati a rendere presente l’amore di Gesù in mezzo ai fratelli, una responsabilità grande, un compito impegnativo ma non dobbiamo temere, il Signore ci accompagna con il dono del suo Spirito, questa forza misteriosa e vitale che ieri ha donato a tutti noi.Mentre negli Atti degli apostoli riuniti in preghiera nel cenacolo, sarà soffio di vento impetuoso, lingue di fuoco, nel vangelo di Giovanni di ieri, lo Spirito è il misterioso Paràclito, il Consolatore, colui che ci asciuga le lacrime (anche quelle della commozione), ci fa vedere bene tutte le cose (attraverso le lacrime si vede male), ci coccola, ci sostiene, ci fa tornare il sorriso.  Medita in questo momento queste belle parole di una predica di Pentecoste di Efrem Siro“Gli apostoli erano lì, seduti, in attesa della venuta dello Spirito.Erano lì come fiaccole pronte e in attesa di essere illuminate dallo Spirito Santo per illuminare con il loro insegnamento l’intera creazione… Erano lì come agricoltori che portano la semente nella falda del loro mantello in attesa di ricevere l’ordine di seminare…Erano lì come marinai la cui barca è legata al porto del Figlio e che attendono di ricevere la brezza dello Spirito… Erano lì come pastori che hanno appena ricevuto il bastone del comando dalle mani del grande Pastore dell’ovile e aspettano che siano loro distribuite le greggi…O Cenacolo, nel quale venne gettato il lievito che fece fermentare l’intero universo! Cenacolo, madre di tutte le chiese! Grembo meraviglioso che ha generato templi per la preghiera! Cenacolo che vide il miracolo del roveto ardente! Cenacolo che stupì Gerusalemme con un prodigio ben più grande di quello della fornace che meravigliò gli abitanti di Babilonia! Il fuoco della fornace bruciava coloro che erano attorno, ma proteggeva coloro che erano in essa. Il fuoco del Cenacolo raduna coloro che dal di fuori desiderano vederlo, mentre conforta quanti lo ricevono. O fuoco la cui venuta è parola, il cui silenzio è luce! Fuoco che fissi i cuori nell’azione di grazie!”Anche noi, come gli Apostoli, lasciamoci accendere come lampade dallo Spirito Santo per illuminare l’intera creazione, lasciamoci seminare come terreno arato e fertile e lasciamoci sospingere dalla brezza verso l’oceano dell’amore e della contemplazione orante.Preghiamo  così: Vieni Spirito Consolatore, trasformaci col tuo soffio ricreatore, dilata il nostro cuore, rendi puro il nostro sguardo, splendente il nostro volto; feconda con la tua forza il seme della Parola perché riecheggi sempre nel nostro cuore e nella nostra mente e venga proclamata con coraggio dalle nostre labbra. Amen!Ricordiamo nella preghiera tutti i nostri ragazzi, le loro famiglie e ricordiamo anche in maniera particolare tutti quei nostri fratelli cristiani che in questio tempi vivono momenti difficili di persecuzione e di martirio.

Don Mario

La Famiglia di Dio

Dio ha tanto amato il mondo da traboccare, per così dire, del suo essere amore-trinitario, amore-comunione.L’essenza di Dio è questo amore: il Padre e il Figlio che si amano a tal punto che il loro reciproco amore è una terza persona: lo Spirito Santo.È il mistero più alto della nostra fede.La nostra intelligenza non arriva a comprenderlo, ma, illuminata dallo Spirito Santo, può intuirne gli splendori proprio perché cuore del mistero è l’Amore e segno più grande e distintivo è l’Eucaristia che hai di fronte.Anche noi che siamo fatti a immagine di un Dio Trinità, amore non sentiamo che è forse l’amore il senso di tutta la nostra vita?E il nostro cuore non ci dice forse che solo per l’Amore, per la felicità di essere amati e di amare che noi esistiamo?L’unità di Dio, proclamata dall’Antico Testamento e difesa dalla confusione del politeismo imperante attorno al popolo di Israele, non è contraddetta dalla rivelazione del mistero della Trinità del Nuovo Testamento. Anzi, questa rivelazione del Dio unico si completa e si illumina più profondamente dicendoci che questo unico Dio è un Dio di relazione, un Dio che ha come caratteristica fondamentale l’essere comunione.E noi, accogliendo il dono del Paraclito, dello Spirito Santo, entriamo a far parte della “squadra” di Dio, della sua Famiglia e diventiamo a nostra volta testimoni dell’amore trinitario di Dio.Fermiamoci allora a contemplare l’aspetto trinitario della nostra vita.Anche oggi, se sono qui è perché lo Spirito mi ha guidato all’incontro con il Padre per mezzo del suo Figlio Gesù che chiede a me di continuare a vivere anche i miei rapporti quotidiani con lo stesso stile “Trinitario” cioè nel rispetto della diversità dell’altro e nel dono reciproco.

 

Don Mario

O mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi interamente per stabilirmi in te, immobile  e quieta come se la mia anima fosse già nell’eternità. Che nulla possa turbare la mia pace né farmi uscire da te, o mio Immutabile, ma che ogni istante mi porti più lontano, nella profondità del tuo Mistero.  (Sr. Elisabetta della Trinità)

Sciallà

Oggi qui davanti al Signore, abbiamo diversi motivi per cui pregare, diversi argomenti da presentare al Signore e di cui parlargli.Innanzitutto non possiamo dimenticare i nostri ragazzi che ieri hanno ricevuto la Cresima, loro sono diventati più “ricchi” ma anche noi, perché, attraverso il Corpo Mistico di Gesù, partecipiamo di questa Grazia che è stata effusa sui nostri ragazzi.Ricordiamoli al Signore perché possano essere sempre docili all’azione dello Spirito e possano scoprire il senso della loro vita e il sogno che il Signore ha su ciascuno di loro.Pochi giorni fa abbiamo ricordato il quinto anniversario del martirio di Mons. Luigi Padovese, un uomo che ha dato la vita per il dialogo e la pace tra i popoli e in maniera particolare con il mondo islamico e proprio attraverso le parole e la presenza di Mons. Paolo Martinelli che ha amministrato la Cresima e si è appoggiato proprio al pastorale di Mons. Luigi, sentiamo ancora forte la sua presenza benedicente sulla nostra e sua  parrochia, perciò in questo momento, ricordiamolo al Signore ma soprattutto chiediamo a lui che continui ad assisterci nel nostro cammino e che sappiamo essere sempre anche noi strumenti di comunione e di missione.Ciascuno di noi poi ha i suoi motivi per pregare il Signore, e soprattutto per rinnovare la nostra fiducia in Lui, come ci suggerisce il Vangelo di ieri.Forse troppe volte ci affanniamo per le cose di questo mondo, come se tutto dipendesse da noi e dimentichiamo che siamo figli di un Padre buono che ci ama, ci cura, ci protegge e ci aiuta.Il Signore Gesù forse oggi sintetizzerebbe il suo discorso che abbiamo ascoltato dal Vangelo di ieri con la parola che oggi tanti giovani usano: “Scialla” che tra i tanti significati che può avere, vuol significare soprattutto: “stai sereno, non stressarti, calmati, fidati….” Certo che, in tempi così difficili dal punto di vista economico dove molti fanno fatica ad arrivare a fine mese, sembra quasi una presa in giro sentire il Vangelo di ieri che ci dice: “Scialla!”Ma Gesù ci vuole ricordare che dobbiamo guardare le cose con i suoi occhi, cambiare la nostra prospettiva sempre troppo umana e mondana per risolvere i problemi alla radice, e cioè, ci chiede di fare  una giusta scala di valori e di priorità, prima il Signore e poi tutto il resto, se siamo arrivati a questo punto di crisi e di disastro economico, è forse perché abbiamo messo prima tutto il resto e poi il Signore e così ci siamo imbarcati in un “falso” benessere e opulenza creando gravi differenze e povertà che ora poco alla volta ci chiedono il conto…. Se avessimo scelto per primo il Signore, la nostra vita sarebbe stata certamente più armonica e serena …..E allora ….sciallati un po’ anche tu perché, in fondo, che vale è Gesù

Don Mario

Tu ……..da che parte stai?

“I soldati deridevano il Signore Gesù, gli si accostavano per porgergli dell’aceto,…C’era anche una scritta… uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava… l’altro invece lo rimproverava …”E Lui, con le braccia allargate come in un grande abbraccio d’amore, appeso alla croce, pronunciava solo parole di perdono, di amore, di dono, di accoglienza. Prometteva il Paradiso al ladrone pentito, donava sua Madre a noi e noi a sua Madre, effondeva il suo sangue per la nostra salvezza, pensava solo a salvarci e si abbandonava alla volontà del Padre.Eccoti qui anche oggi in chiesa, sei entrato, hai fatto una bella genuflessione, hai tracciato un bel segno di croce e, se sei proprio bravo, ti sei messo un momento in ginocchio, poi ti sei seduto (qualcuno, troppo stanco, si è seduto subito…) e, ora, hai tra le mani questo foglietto.Sei anche tu qui davanti al Re in Croce!Domenica abbiamo celebrato la solennità di Cristo Re ed è proprio per questo che quando entro in chiesa mi prostro davanti a Lui e faccio la genuflessione per dirgli che Lui è più grande di me, che io non sono degno nemmeno di guardarlo negli occhi, che mi considero piccolo davanti a Lui…Ma è proprio vero che Lui è il mio Re, il Signore della mia vita?Un Re diverso dagli altri che ha come trono una croce! È proprio il segno di croce che distingue i discepoli di Gesù, quello che domenica abbiamo fatto sulla fronte di Raffaello e Evelin che iniziano il loro cammino per ricevere il Battesimo, quello che anche noi abbiamo ricevuto per la prima volta il giorno del nostro Battesimo e che facciamo tutte le volte che iniziamo a pregare. È con la croce che Gesù ha conquistato il Regno.Ed è proprio la croce di Gesù che noi vogliamo portare. Ma sarà proprio così? Quante volte pensiamo che essere Re occorra farsi rispettare e “non farsi mettere sotto i piedi!”, non è certamente questa la “logica della croce”.Quante volte siamo pronti ad evitare la fatica, l’impegno, la responsabilità, siamo pronti a scegliere il male facile piuttosto che il bene difficile o abbiamo paura a farci riconoscere come cristiani… Non è questa la logica della croce… Forse sei anche tu come i soldati… o come uno dei ladroni…. Quale… o peggio ancora forse sei come Pilato, con le mani pulite?E allora, di fronte a questo infinito amore misericordioso di Gesù che in croce abbraccia tutta l’umanità, mettiti in ginocchio, in raccoglimento, in preghiera perché è solo così, attraverso l’adorazione, il silenzio, l’ascolto della sua Parola, puoi conoscere la sua volontà, uniformarti al suo pensiero, anche tu puoi così essere un vero “suddito” del suo regno, partecipare pienamente alla sua vittoria sul male e diventare anche tu Re innanzitutto della tua vita per farne un dono come Lui.Oggi, Lui, qui, presente nell’Eucarestia ci ricorda la fedeltà del suo amore, ma anche oggi come allora la gente intorno continua a sbrigare le proprie faccende, c’è chi lo disprezza, chi lo nega, chi soffre maledicendo, chi guarda, chi pensa agli affari, chi lo strumentalizza politicamente,…, e come allora anche oggi Lui qui, dalla croce guarda, accoglie, perdona, dona, ama, muore…Ma c’è qualcosa di diverso, oggi da allora: oggi, qui, ci sei anche tu…!E allora, tu, cosa fai? Hai deciso da che parte stare?Prova allora a “guardare” anche tu verso di Lui, lasciati perdonare, accogliere, amare… allora anche per te Oggi, si apriranno le porte del Paradiso e la gioia entrerà nel tuo cuore.

 

Che tempo che fa ?

Se confrontiamo le parole di Gesù nel Vangelo di ieri con le notizie di ogni giorno, possiamo riconoscere che i “segni” della venuta del Signore ci sono tutti: il mondo ha bisogno di un Salvatore e solo Gesù può soddisfare questo bisogno.Cosa dobbiamo fare allora?Come deve comportarsi il cristiano?Due sono le tentazioni che si presentano quandoci mettiamo di fronte al problema del valore del tempo e della nostra vita.
La prima è il desiderio di conoscere il futuro per possedere il tempo e così ci rivolgiamo a maghi, astrologi, alle previsioni meteo… Ci piacerebbe conoscere il futuro, sapere la “scadenza” della nostra vita e del mondo ma ci accorgiamo che è impossibile possedere il tempo e allora cerchiamo di misurarlo come si fa con tante altre cose. Possediamo orologi che spaccano il secondo, talmente precisi che nel momento stesso in cui tu leggi l’ora, non riesci a dirla esatta perché è già passata … solo il Signore è padrone del tempo, Lui che è al di fuori del tempo, Lui che è Eterno. La seconda tentazione è conseguente alla prima e cioè, visto che non possiamo fermare o possedere il tempo, allora lo riempiamo, lo sfruttiamo fino in fondo, non stiamo fermi un minuto, non perdiamo un attimo … e così ci ritroviamo pieni di impegni, sport, amici, TV, lavoro, mestieri di casa,…, tanto che la malattia del nostro secolo è lo stress,…. ma il tempo passa lo stesso e noi, presi da tante cose, non ci accorgiamo dove stiamo andando.Sì perché la cosa più importante non è conoscere la data della “fine” della nostra vita o del mondo, ma scoprire qual è “IL FINE” della nostra vita e della storia del mondo, cioè la direzione del nostro cammino, la meta dove vogliamo arrivare e di conseguenza, come conviene impiegare in maniera giusta il tempo che ci è dato.Ecco allora che per te, che hai scelto di venire qui a “buttare via” un po’ di tempo stando qui davanti al Signore, questo momento di adorazione diventa importante. Importante perché, nel silenzio, davanti a Gesù, puoi capire meglio e fare un po’ di chiarezza sulla direzione della tua vita, sulla scelta di come impieghi il tuo tempo. Approfitta allora di questi momenti per esaminare le tue scelte di ogni giorno, i tuoi impegni: possiamo paragonarli ai granelli di sabbia che riempiono la clessidra della tua vita.Chiediti se vivi ogni momento in riferimento a Lui che è IL FINE della tua vita, se sei sempre consapevole che Lui ti vuol bene e ti protegge da ogni male “nemmeno un capello del vostro capo cadrà” e anche a te dice di non temere quando succedono alcune cose anzi di “risollevarti e alzare il capo perché la liberazione è vicina”. Rimani allora un po’ di tempo qui davanti al Signore già gustando quel tempo infinito che ci aspetta quando Lui vorrà chiamarci e così saremo sempre con Lui senza più il dominio del tempo…

Don Mario