Storia del Teatro

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Visto che inauguriamo un cinema, avrei voluto iniziare questo
intervento così: Ca ca cari a a a mici, so so no molll molto
co..con ten conten to, facendo riferimento al “Discorso del re”
ma queste sono solo alcune riflessioni di un ex parroco
marginalizzantesi, e, allora, ho pensato, poichè siamo anche in
teatro di fare un ingresso sullo stile Littizzetto ma qui non c’è
Fabio Fazio ma Fabio Zulli e poi non c’è nemmeno un acquario
con i pesci su cui sdraiarmi, al massimo delle formiche… perciò
comincio “normalmente” (si fa per dire), così:
Innanzitutto, vi ringrazio della vostra sovrabbondante presenza
che penso non sia motivata dalle tartine al salmone o dalla
zuppa di cipolle, ma dal fatto che avete capito che oggi vivremo
insieme un momento molto importante, non solo per la nostra
parrocchia, per il nostro quartiere, per la nostra città, perchè,
senza ambizioni o forzature, inaugurare una sala della
comunità di quasi 200 posti, in questi tempi, in centro a Milano,
è un evento mondiale. Quante occasioni culturali di crescita
umana saranno proposte e nasceranno da questa realtà.
Cambieremo, o, meglio, cambierete il mondo!


Ma come sempre quando ci viene offerto qualcosa, è bene
conoscere la sua storia, come si è arrivati fin qui per poter
apprezzare e valutare meglio questo dono.
Dovete sapere che 14 anni fa quando sono stato nominato
parroco, gli uffici amministrativi della Curia di Milano mi hanno
affidato alcune missions, una ventina circa, tra queste c’era il
compito di chiarire la situazione del Teatro e restituire la piena
disponibilità della struttura alla Parrocchia. Visto che siamo tra
amanti del cinema e del teatro, potrei sintetizzare questo
compito usando il titolo di un film: “Mission impossible”, ma,
come nel film, come vedete, anche noi, però, siamo riusciti a
portarla a compimento.
Quello che mi ha dato forza in questa impresa è stato il mio
amore per la comunicazione e la consapevolezza del ruolo
meraviglioso dei mezzi di comunicazione.
Tutto nasce 42 anni fa quando, a Brugherio, assieme ad Angelo
Chirico, attualmente responsabile della programmazione
cinematografica dell’ITL e coordinatore del progetto “Teatri in
rete” della diocesi di Milano, allora giovane responsabile del
cineteatro San Giuseppe di Brugherio, abbiamo pensato di far
mettere in scena “Il pianto della Madonna” tratto dalle laudi di
Jacopone da Todi e per questo ci siamo rivolti ad una
compagnia di Monza, guidata dall’allora giovane ma valente
regista Fabio Battistini, al quale la nostra sala è dedicata, che
con il suo gruppo di attori tra cui il grande Antonio Zanoletti,
fece le prove e mise in scena in anteprima al San Giuseppe
questo meraviglioso capolavoro. Da quel momento è iniziata la
grande avventura del cineteatro di Brugherio e la mia passione.
Purtroppo Fabio, il 13 Gennaio 2011 all’età di 70 anni, alle
soglie dalla pensione ci ha lasciato proprio quando, vista la
nostra comune passione ed amicizia di lunga data, aveva deciso
di darmi una mano per realizzare il Teatro del Borgo.
Così, per adempiere la Mission assegnatami, ho mosso i primi
passi per farla diventare possible.
Anche in questo caso, vorrei sintetizzare questi lunghi anni (14)
che ci hanno portato a questo evento, facendomi aiutare da un
film, un capolavoro di Herzog, “Fiztcarraldo” che racconta della
realizzazione del sogno di questo personaggio di portare la
voce di Caruso e il teatro dell’opera in Amazzonia.
Un’impresa folle perché costellata da innumerevoli difficoltà,
proprio come è successo in questi 14 anni in cui ho dovuto
lottare contro “Una serie di sfortunati eventi” altro bellissimo
film. Prima di continuare, però, sento il dovere di fare un
appello a quei pochi che credono di conoscermi e sono già
pronti a scuotere la testa boffonchiando: “don Mario, il solito
esagerato…”. Almeno questa volta, credetemi, ogni angolo,
ogni mattone, ogni lampadina, ogni minimo particolare di
quello che vedete è costato sangue e lacrime, con spirito di
fraternità devo ammettere che ne ho lasciate un po’ da versare
anche a Padre Enrico in questi ultimi mesi. In 14 anni ho
incontrato tanti ostacoli ma anche tanta cattiveria e miseria
umana, qualcuno che mi è stato molto vicino quotidianamente,
quelli del gruppo ROC, Renato, Orlando e Chiara, possono
testimoniarlo, ma anche Anna e Amelia che in questi ultimi anni
mi hanno affiancato: a loro va il mio ringraziamento più sentito.
Ma a prova del serio livello di difficoltà di quanto affermato,
oggi tra gli invitati non potevo dimenticare i due avvocati uno
civile Alberto e l’altro penale Marco che ringrazio innanzitutto
per la loro amicizia e per il loro impegno gratuito, perchè mi
hanno assistito egregiamente nelle cause che mi erano state
intentate, vinte tutte in pieno. Ma non sono state solo, le cause
giudiziarie a ostacolare il cammino: in questi anni ho dovuto
affrontare anche numerosi sfortunati eventi (uno fra tutti la
pandemia per esempio…), e ho avuto modo purtroppo di
incontrare diversi simpatici personaggi disseminati nelle
istituzioni che per motivi e interessi vari, hanno con maestria
messo il classico bastone tra le ruote: per fare solo qualche
esempio, ai comuni mortali impensabile, dalla Curia alla Polizia
di Stato etc… per riassumere con linguaggio filmico, alcuni titoli
come “La storia infinita”, “L’assedio delle sette frecce”, “Corvo
rosso non avrai il mio scalpo”, “Il padrino” “E.T.?” potrebbero
rendere l’idea. Ma poiché non voglio annoiarvi o disgustarvi,
oggi deve essere un giorno di festa, vi prego di credermi,
sempre pronto e disponibile a fornire ampia documentazione,
oltre al volume di 144 pagine scritte qualche anno fa per
rispondere a chi mi chiedeva quali fossero i motivi che avevo
per fare un teatro….
Comunque, anche in campo editoriale, siamo al passo con i
tempi, dopo le rivelazioni del principino inglese e di padre
George… chissà che anch’io non entri nella top dei best seller.
Scusate ma dopo 14 anni oltre ai bastoni triturati, qualche
macigno mi è rimasto nelle scarpe, perdono tutti ma non posso
dimenticare, sperando che tutti capiscano che se avessimo
collaborato, a quest’ora ci saremmo ritrovati qui a festeggiare
i primi 10 anni del Teatro.
Devo invece ringraziare la Regione Lombardia e il Ministero, il
Mibac o il Mits o il Ming (in onore del capodanno cinese) o
come oggi si chiama, ma penso mi avete capito, lo Stato,
perchè hanno dato un grosso contributo a fondo perso, (mai
parola fu così inopportuna) e, naturalmente al dott. Fumagalli
dell’ACEC, esperto cacciatore di “taglie” (per restare nel
linguaggio filmico) per averci dato la possibilità e gli strumenti
per acciuffare questi bandi(ti).
Sinceramente poi, non vedo l’ora di ringraziare il comune di
Milano che dovrebbe sistemare il marciapiede antistante le
porte di sicurezza per fare in modo che chi esce non finisca in
mezzo alla strada, ma sono sicuro che è solo questione di
tempo e quindi lascio la delega dei ringraziamenti al parroco
che mi sostituisce.
Non posso dimenticare di dire grazie anche a quello sparuto
manipolo di parrocchiani che in questi anni sono stati fedeli
frequentatori degli spettacoli teatrali (circa 200 appuntamenti)
e del cate-film (circa 400 appuntamenti) e con l’occasione
anche quel numero molto più consistente di “Godot” che
abbiamo sempre aspettato e non si sono mai visti… La sala
Padovese, ma molte volte anche la Chiesa, in questi anni hanno
svolto il compito di palestra di allenamento per formare validi
collaboratori tra cui Valeria, tutti i numerosi Fabio, Ilaria,
Patrizia, e tanti altri che sono pronti per gestire questo grande
Teatro.
Per concludere, con una immagine non più filmica ma biblica,
mi sembra di vivere ora, l’esperienza di Mosè sulla cima del
monte Nebo, da cui, prima di morire, il Signore fa vedere la
distesa della Terra promessa verso la quale aveva condotto
attraversando il deserto per 40 anni il popolo di Israele.
Mosè non ci entrerà ma avrà la gioia di aver compiuto la sua
missione e di essere stato strumento, nelle mani del Signore.
Ora anch’io ho la gioia di aver compiuto la missione affidatami,
vorrei guardare con voi tutto quello che ci circonda e pensare
al futuro di questo meraviglioso strumento, la sala BattistiniBrenta sì perché assieme al regista famoso abbiamo voluto
dedicare questa sala anche a un parrocchiano che ci ha lasciato
tragicamente pochi mesi fa, Lorenzo Brenta che si era preso a
cuore questo progetto e con la sua indiscussa e alta
professionalità e competenza, analizzando i bilanci parrocchiali
degli ultimi 10 anni, è riuscito persino a far capire agli uffici
amministrativi della curia la sostenibilità di questa opera da
parte della Parrocchia e farci ottenere il sognato via libera.
E ora, concludo, sono contento di poter consegnare questa sala
della comunità alla Parrocchia della ss. Trinità perché possa
svolgere al meglio la sua funzione culturale a favore di tutti e
far crescere sempre di più l’umanità in questo mondo che ci
circonda.
Soprattutto mi vorrei rivolgere ai giovani e in particolare ai
piccoli fedeli amici del cine-pizza e dire loro che questo
meraviglioso strumento è nelle loro mani, innamoratevi e
spendete tutte le vostre energie per creare bellezza.
Ma non posso non rivolgermi anche alle istituzioni pubbliche
ed ecclesiali perché collaborino seriamente e fattivamente con
la parrocchia e si ricordino sempre che fare cultura è un
investimento, non una fonte di guadagno monetario, altrimenti
avremmo fatto un centro massaggi…
Da ultimo ma solo in ordine di tempo e non di importanza,
vorrei dire un grosso grazie al Signore che ci ha accompagnato
e protetto in questo viaggio attraverso il deserto.
Un giorno qualcuno mi disse: “Guardi che io ho conoscenze in
alto…” e io gli risposi: “ed io ancora di più.”
Ultima richiesta, se a qualcuno venisse in mente di fare un
applauso, per favore, astenetevi, piuttosto vi chiedo di fare un
momento di silenzio, immaginate di veder scorrere i titoli di
coda di un film e ascoltare la musica che li accompagna, di
solito sempre molto bella, guardarvi attorno e cominciate a
sognare anche voi perché il cinema e il teatro sono il luogo dove
è possibile sognare insieme ad occhi spalancati.
Con tante grazie per l’attenzione da don Mario, ex Parroco checontinuavano a chiamarlo Trinita